
2. Falling Grace
3. Portsmouth Figurations
4. Awfull Coffee
5. Eiderdown
6. Hullo Bolinas
7. Away
8. In F
9. Radio
John Scofield – chitarra
Steve Swallow – basso
Bill Stewart – batteria
Il risultato, manco a dirlo, è formidabile. Tre fuoriclasse che si accomodano intorno al fuoco sacro di alcune composizioni che sono – e saranno – la storia del jazz.
Già con “She Was Young” (al tempo cantata da Sheila Jordan), l’affiatamento è più che palpabile, con Bill Stewart che disegna soluzioni ritmiche con eccezionale garbo, Swallow che fa “cantare” il suo basso e Scofield, con il suo fraseggio posato, giostra con una sicurezza che fa impallidire tra effetti di saturazione e riverbero, impacchettando blues in armonia con il bassista.
C’è mezzo secolo di Steve Swallow qui, ma anche mezzo secolo di jazz. Se ognuno porta bei doni, il regalo più bello è il trio che funziona a meraviglia. Stewart è un rifinitore di ritmi, suggeritore di swing, tocca con il pennello ogni tamburo e piatto per regalare passaggi armoniosi, come in “Falling Grace”, che esalta la “vocalità” del suo strumento. E sempre Stewart, poi, usa il ride a mo’ di frusta per spronare i suoi compagni di viaggio nell’esecuzione corale di “Portsmouth Figurations”. E’ un ciclo che si ripete, anche nei brani più soffici (“Awfull Coffee”, “Hullo Bolinas”), nei tempi intermedi “Eldertown”, dove Scofield è di un’intensità con pochi paragoni; alla stregua della scioltezza e del rigore armonico con cui fa da contraltare a Swallow in “Away”.
Un disco da tenere sempre a portata di mano, nel caso in cui si dovesse perdere di vista la buona musica.