
2. Procurans odium
3. Allting Finns
4. Litany
5. Dostoino est
6. Sanctus
7. Most Holy Mother Of God
8. Procendentum sponsum
9. Se je fayz deuil
10. Alleluia nativitas
11. O ignis spiritus
12. We Are The Stars
13. Agnus dei
14. Remember me, my dear
Jan Garbarek – sassofono soprano
The Hilliard Ensemble:
David James – contraltista
Roger Covery – Crump, tenore
Steven Harrold – tenore
Gordon Jones – baritono
E’ un live del 2014, registrato a Bellinzona, questa opera magnificente di Garbarek con l’Hilliard Ensemble. Perché magnificente? Perché plasmare la musica sacra, trattarla, concepirla oggi è per gente che ci sa fare veramente. Il canto gregoriano del sodalizio britannico – scioltosi, purtroppo, proprio nel 2014 – è di quelli che fanno venire i brividi, per i palati raffinati; ma anche per chi ha bisogno di sciacquare la coclea e ristorarsi un po’. D’altro canto, ci sarà un motivo per cui l’album registrato nel 1993 ebbe un così tale riscontro di critica e di pubblico da far impallidire le vendite anche dei big del pop.
L’apertura con una composizione di Komitas, con il soprano di Garbarek che scandisce con meticolosa lentezza e riverberi opportuni l’ascetica armonia mentre le quattro voci tessono un unicum a sostegno prima di liberare la bellezza del loro canto. Allting Finns reca la firma di Garbarek e mette insieme la monodia liturgica con gli acquerelli scandinavi, che sembrano nati l’una per gli altri.
La bellezza di ” Procedentum sponsum” con le ficcanti, liberatorie note ingioiellate di Garbarek, risiede anche nella luminosità del contralto David James, che fa da cantore con grazie e impeccabile prosodia. Anche “We Are The Stars” proviene dalla vena compositiva di Garbarek; il sassofonista norvegese tinteggia con rispetto l’opera magna che la storia del canto ci ha tramandato, illanguidendola in ambienti siderali. La gioiosità di “Alleluia nativitas” è condotta da Garbarek, inaspettatamente, con un incedere blues, giusto per non dimenticare quanto il tempo sia un concetto relativo.